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23.01.14

Reazioni avverse agli alimenti

Chi di noi non si è mai rivolto al proprio medico curante lamentando disturbi vaghi e aspecifici quali: astenia persistente, torpore mentale, vertigini ,palpitazioni ,edemi ricorrenti,crampi agli arti inferiori ,prurito,afte orali ,alitosi,arsura notturna ,acidità di stomaco,aerofagia ,meteorismo,nausea ,crampi addominali,cefalea, artralgie diffuse, irritazioni vaginali, candida,cistiti, eczemi cutanei, dermatiti, acne, bronchiti, otiti e tonsilliti recidivanti e altro ancora,senza tuttavia giungere ad una diagnosi di certezza e senza risolvere definitivamente il suo problema. Questo spesso accade perché nella diagnostica differenziale delle possibili cause responsabili della sintomatologia su citata non viene presa in considerazione l’ ”opzione“ delle intolleranze alimentari.

Ma cosa sono le intolleranze alimentari e che differenza c’è con le allergie alimentari?
Entrambe rientrano nel gruppo delle reazioni avverse agli alimenti. L’allergia alimentare è una abnorme reazione del sistema immunitario, IgE mediata , che l’organismo mette in atto quando entra a contatto con una sostanza, detta allergene, che riconosce come “non self” ossia estranea a se stesso. Essa si manifesta generalmente dopo pochi minuti dall’ingestione dell’alimento incriminato comportando quattro possibili tipi di quadri clinici che possono presentarsi singolarmente o associati. Le manifestazioni possono essere:

  • gastrointestinali: sindrome orale allergica (prurito,bruciore del cavo orale ed edema labiale) e anafilassi intestinale (nausea,vomito,crampi addominali)
  • cutanee: orticaria, angioedema, rashes cutanei
  • respiratorie: rinocongiuntivite acuta, broncospasmo (asma)
  • generalizzate: shock anafilattico
Gli alimenti maggiormente allergizzanti sono latte, uova, arachidi, nocciole, crostacei.
Una reazione allergica, alimentare o meno che sia, rappresenta un emergenza assoluta per la quale bisogna contattare tempestivamente il servizio di emergenza sanitaria territoriale 118 per attuare nel minor tempo possibile le manovre mediche più idonee per evitare di compromettere seriamente la vita del paziente.

Le intolleranze alimentari sono invece delle reazioni avverse ad alimenti, non - IgE mediate, cioè non prevedono un’attivazione anticorpale responsabile di quadri clinici acuti come quelli descritti per l’allergia alimentare e la cui sintomatologia può insorgere dopo svariate ore dall’ingestione dell’alimento. Esse si dividono in:

  • reazioni non immunomediate dovute a carenze enzimatiche ( intolleranza al lattosio per deficit di lattasi, favismo per deficit di G6PDH)
  • reazioni immunomediate ( es.sensibilità al glutine,celiachia) che si verificano quando le cellule intestinali entrano a contatto con l’alimento/sostanza intollerato.
Ciò comporterà l’attivazione del sistema immunitario intestinale con risposta linfocitaria e rilascio di mediatori dell’infiammazione .La conseguenza ultima sarà una modificazione dell’epitelio intestinale nella sua funzione di “barriera” , indebolimento della flora batterica intestinale, e fenomeni di malassorbimento. Inoltre,l’alterata permeabilità intestinale che si realizza ,determinerà il passaggio nel circolo sanguigno di sostanze verso cui si è “intolleranti” con conseguente insorgenza di uno stato di infiammazione cronica di basso grado generalizzata dell’organismo che sarà peggiorata se la nostra alimentazione risulterà essere ipercalorica e sbilanciata a favore di zuccheri raffinati e grassi saturi . Ecco qui spiegata la possibile insorgenza di tutti i sintomi intestinali ed extra intestinali descritti all’inizio del presente articolo.

Si evince dunque l’importanza di seguire un’alimentazione sana ed equilibrata non solo da un punto di vista quantitativo ma soprattutto “qualitativo”, riducendo gli zuccheri semplici (dolciumi vari,merendine ,bevande zuccherate, ecc.) a favore di quelli complessi (pane, pasta, riso, ecc.), privilegiando i grassi cosiddetti ”buoni” (monoinsaturi e polinsaturi) contenuti in pesci, olio extravergine d’oliva e semi oleosi, aumentando il consumo di frutta e verdura. Sarà inoltre auspicabile, “ruotare” periodicamente o addirittura “eliminare” temporaneamente taluni alimenti presenti in dieta per consentire una “detossificazione/purificazione” dell’organismo nei confronti di particolari sostanze che potrebbero comportare nel tempo l’insorgenza di intolleranze alimentari.

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